Il Rigorismo

Movimento inaugurato da Flavio Lattuada e teorizzato dal filosofo Massimo Donà che ne ha concepito il manifesto, prende le mosse dalla lezione spazialista di Lucio Fontana e attraverso chiare linee guida si ripropone di raccogliere tutti gli artisti contemporanei italiani che con la loro essenzialità priva di orpelli si propongono di astrarre l’arte verso estroflessioni, monocromi e volumi nello spazio.


MANIFESTO DEL RIGORISMO

1. Il Rigorismo è una dimensione mentale.
2. Il Rigorismo nasce come movimento artistico e culturale.
3. Gli artisti rigoristi cancellano il passato remoto e prossimo per dedicarsi al presente e futuro dell’Arte.
4. Il Rigorismo è una dimensione di vita. Accoglie ogni forma artistica espressiva e ogni forma comportamentale in linea con il suo pensiero.
5. Il Rigorismo è fare arte e vivere arte in una dimensione mentale nuova.
6. Il Rigorismo nell’arte, nella vita, nella politica nella fede.
7. Essere rigoristi significa avere il coraggio di cancellare il passato che non ha gli stessi valori estetici e culturali.
8. Pier della Francesca è il “maestro” del Rigorismo Malevich il suo “alfiere”.
9. I presupposti sono: omogeneità e coerenza, monocromia e spazi in fieri ma rigorosamente determinati.
10. Il Rigorismo prosegue il Minimalismo e supera lo Spazialismo addivenendo ad Assoluto Artistico. Rappresenta il punto di arrivo di una civiltà che si vuole razionale, logica e determinata nell’anelito di una coerenza totale che è arte-­‐cultura-­‐vita-­‐morale.
11. Il Puritanesimo è l’espressione morale e sociale più vicina al Rigorismo che ne è lo stadio avanzato.
12. In Religione il Rigorismo è il Cristianesimo puro dei primi Vangeli non corretto/corrotto dal potere e dalla amoralità.
13. In Politica è per il popolo, con il popolo perché figlio della cultura popolare.
14. In Filosofia rinuncia all’ipse dixit ma rinuncia anche a Cartesio, sposa Parmenide e Socrate.
15. Il Rigorismo è asettico. E’ lontano dalla materia. E’ il trionfo della Ragione.
16. Il Rigorismo è vivere la vita sentendosi parte integrante dell’Universo e ritenendo la mente dell’uomo l’unica variante alla mediocrità delle miserie umane. E’ coscienza di sé. Non pone limiti all’artista di spazio, tempo, colore e materiali impiegati ma rifugge dal banale, dal piacevole e dall’ovvietà del rappresentato. Esclude la figura e il presupposto stesso di figurativo.
17. Non vi sono oggetti raffigurati ma forme dal colore rigorosamente monocromo. Non pittura ma creazione razionale altamente definita. Lo spazio diviene forma e la forma spazio. Introflessioni ed estroflessioni suggeriscono riflessioni razionali.